martedì 23 giugno 2009

Rendiamo l'Acqua Potabile in Africa

Seguendo le segnalazioni fornitemi dell’ingegnere Cristoforo Riva di Pontevico, al quale sono infinitamente grato per i costanti suggerimenti ho incontrato i fratelli Gianluigi e Gianpaolo Trivelli i quali stanno traslocando in questi giorni dal centro di Pavia a Cava Manara, frazione a pochi chilometri dall’uscita di Casteggio. Questi avevano presentato recentemente alla fiera di Verona un’ evoluzione del loro prodotto: Solarwing, un concentratore solare che consente di sfruttare le alte temperature generate dalla rifrazione del sole su di appositi moduli per diverse applicazioni.

L’apparecchiatura che ho potuto esaminare (e che potete osservare nell’immagine qui sotto) in alluminio anticorodal, impiegando inoltre policarbonato e polipropilene ha una superficie captante di 8 mq è in grado di assicurare una riflettenza superficiale superiore al 95%.


Stiamo prendendo in decisa considerazione l’impiego di questo sistema in Cameroun in un territorio, zona del Litoral, regione dell’ovest, a sud di Bafoussam, 180 km a nord di Duoala, a +5° dall’equatore , in quanto abbiamo calcolato come, se la nostra iniziativa avesse successo, sarebbe possibile realizzare dal 95 al 100% l’acquisizione dell’irraggiamento (totale irraggiamento solare), cosa che riteniamo fattibile in questo anello di circa 1000 Km2 e non solo, su tutta la circonferenza terrestre sarebbe possibile ottenere i medesimi risultati su di un area di 40 milioni Km2 vale a dire su tutta la striscia compresa tra i +5° e i -5° dall’equatore, vanno esclusi ovviamente gli oceani.


L’applicazione forse più interessante di questo sistema riguarda la possibilità di ottenere grazie ad esso l’acqua potabile. Riuscendo infatti a convogliare l’acqua in un collettore che scorre all’interno del concentratore stesso ad una velocità suggerita di 3-4 m/s sarà possibile farle raggiungere in pochi secondi la temperatura di 75 C ° necessaria per la pastorizzazione con un sistema fisso non ruotante ed a costi contenuti. Il flusso dell’acqua sarà poi regolato da semplici valvole. Questo in vicinanza di rigagnoli d’acqua permetterà di risolvere il problema della non potabilità dell’acqua in tutte le zone dell’Africa sub sahariana, territorio nel quale è concentrato circa il 26% di coloro che oggi soffrono la fame, la sete e in sostanza la povertà endemica.

Spero di trovare amanti e cultori della materia che possano sviluppare quest’idea affiancando al sistema un macchinario che col calore dell’acqua, che può raggiungere temperature anche superiori ai 300 C °, faccia funzionare un piccolo motore a vapore in grado di generare energia elettrica essenziale per lo sviluppo di questi territori. Questo è il mio sasso in piccionaia e sono sicuro di riuscire a trovare un contributo in tal senso da parte di studiosi, studenti universitari e ricercatori.

Grazie per l’attenzione
Ascagno Marconi

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